9/12/2020
Dall'Incontro di du culture progettuali molto diverse nasce il Winch moderno.
Chi sono questi signori? Sulla sinistra Luciano Bonassi, sulla destra Bill Otteman.
In altre parole i padri dei moderni winch per come li conosciamo noi ora. Uno al 100% italiano, nato in Friuli, cresciuto a Roma, emigrato in Lombardia con la moglie in cinta su una 500 scassata ai primi anni 60, l'altro al 100% californiano.
A metterli insieme è stata una felice intuizione di Peter Harken. Il primo era capo ingegnere della Barbarossa, società che realizzava verricelli in Italia a Lomazzo, di proprietà dei fratelli Bassani e acquistata da Harken Inc nel 1985. Il secondo era chief engineer della Barient, in quegli anni leader sul mercato, e che nel 1994 Peter convinse a passare in Harken, allora azienda ben più piccola di quello che è ora, concentrata prima di tutti sulla produzione di bozzelli e strozzatori.

I due iniziarono a collaborare e non senza problemi, a partire dal fatto che nessuno dei due parlava la lingua dell'altro. Ma da allora, anno dopo anno e col susseguirsi del lancio di nuovi prodotti, le due culture progettuali, tanto diverse quanto ricche, si sono fuse e hanno portato alla realizzazione dei migliori winch al mondo, per la regata e la crociera.
Il primo eclatante esempio della qualità della collaborazione Bonassi-Otteman?
Poco dopo il loro incontro, per la Coppa America del 1995.
Entrambe le barche finaliste, Team NZ e Young America, montavano attrezzatura Harken, parte dei winch progettati in Italia, altri in America. Poi, per la Coppa del 2000, arrivò il “65”, winch drizze a bordo di Luna Rossa, il verricello che per la prima volta raccoglieva, in un solo progetto, la fusione delle due scuole di pensiero montando la prima campana integrata Carbonio-Titanio.
La “fusione fredda” delle due culture progettuali era partita…e da allora, non ha più smesso di generare energia innovativa.